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Che significa “disturbi mentali”? Sappiamo di cosa parliamo? Di storie di solitudine, di emarginazione, di abbandono, che spesso riguardano le minoranze. Sì, perché il disagio mentale è qualcosa che spaventa tutti, quindi meglio dividere il mondo in matti e normali e restare tra i “normali”. Ma è proprio così?
“Da vicino #NESSUNOènormale”: la nuova campagna del Ministero della Salute
“Visto da vicino, nessuno è normale”: lo affermava Franco Basaglia, neurologo e psichiatra che ha ispirato la riforma del trattamento delle malattie mentali in Italia, dal punto di vista medico e psico-sociale, (la riforma è contenuta nella cosiddetta Legge Basagliadel 1978).Con la campagna “Da vicino #NESSUNOènormale”, il Ministero della Salute ha deciso, oggi, di far riflettere nuovamente la comunità sull’argomento del disagio mentale.
I testimonial della campagna
La sensibilizzazione è partita dai sindaciche sono stati invitati a diventare testimonial della campagna, in quanto persone di riferimento sul territorio, per la promozione di iniziative che favoriscano il benessere psicofisico delle persone. Su Facebook e Twittersi possono trovare le foto degli oltre 170 sindaci che hanno deciso di partecipare all’iniziativa, a partire dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Perché nessuno è normale
“Da vicino #NESSUNOènormale” è una campagna informativa. Il benessere psico-fisico, infatti, parte proprio dalla necessità di informarele persone su cosa è il disagio mentale, come si manifesta, cosa si può fare per affrontarlo. Così da non avere l’istinto di allontanare le persone in stato di disagio che sono intorno a noi e che spesso, sentendosi rifiutate, preferiscono nascondersi. Così da non avere paura, nello stesso tempo, che qualcuno di noi si trovi in uno stato di disagio e arrivi a vivere lo strappo di respingere quella parte di sé più fragile, che invece ha solo bisogno di essere accettata e accolta. Nessuno è così profondamente “normale” da potersi mettere al riparo dalla fragilità.
Simone Cristicchi “Dall’altra parte del cancello”
Simone Cristicchi (scrittore, musicista, regista) come altri artisti, tra cui Giorgio Gaber, ha provato ad aprire il cancello che divide i normali dai “matti”. Ha provato a restituire uno sguardo da quel mondo di fragilità di cui preferiamo non sapere nulla, ma che in realtà è dentro ognuno di noi. Il suo desiderio di raccontare la malattia mentale nasce dopo un periodo di volontariato in una struttura di igiene mentale, dove l’artista aveva potuto conoscere diverse dolorose storie di emarginazione e di sofferenza. Dai segni lasciati da questa esperienza nascono musica, parole, immagini.
Chi è “matto”?
Si parte con una canzone, ma il bisogno di Simone Cristicchi di raccontare il mondo così inconoscibile del disagio mentale sembra non esaurirsi più: nascono libri, spettacoli teatrali, documentari. Il documentario intitolato, in modo molto significativo, “Dall’altra parte del cancello” (dal testo di Giorgio Gaber “Far finta di essere sani”, del 1973), parte dalla domanda “Chi è matto?” e racconta il viaggio emozionale dell’autore nelle storie dolorose ma ricche di sensazioni dei malati mentali.
https://www.youtube.com/watch?v=-iVjYomOJRQ
“Ti regalerò una rosa” fa riflettere al Festival di Sanremo
Il racconto di Simone Cristicchi è in musica e in poesia, e questo vuol dire che sì, i manicomi possono ispirare musica e poesia, se si oltrepassa il muro della paura con la sensibilità. “Io sono pianoforte con un tasto rotto”: con questa immagine poetica è descritta la condizione di una persona cosiddetta “matta” nella canzone Ti regalerò una rosa, vincitrice del Festival di Sanremo nel 2007.
https://www.youtube.com/watch?v=x8RiA5ZRKMs