acquerelli di Linda Monticelli sul tema dell'HIV
Disagio

Hiv: la pandemia nell’ombra

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Virus Hiv: Se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide, recitava un celebre spot degli anni ’90. Ma anche se non hai potuto evitarlo, non devi disperarti: oggi le cose sono cambiate, l’AIDS uccide se non sai di averlo e non lo curi.

L’immaginario sociale allarmante che rappresentava le persone sieropositive come malati terminali di cui aver paura non corrisponde più alla realtà, per lo meno non nelle zone del mondo dove si ha accesso alle cure: questo è vero, ma non significa che l’epidemia di AIDS si sia fermata.

Anche se l’Hiv è quasi scomparso dal dibattito pubblico, invaso da epidemie, o meglio, da pandemie che hanno investito tutti e non solo una minoranza, in Italia e nel mondo si continua ad ammalarsi di AIDS.

Ed essere sieropositivo rimane per molti un’esperienza di emarginazione e di stigma, anche senza l’alone rosa che nel famoso spot circondava le persone contagiate, quasi diventassero radioattive: il marchio del “diverso”. Parliamone.

Il dott.Fernando Aiuti, immunologo, e l'attivista sieropositiva Rosaria Iardino

Hiv e AIDS sono la stessa cosa?

La risposta è no. HIV è il nome del virus, l’AIDS è la malattia che può svilupparsi nell’uomo se contagiato da questo virus. La parola virus, dal latino “virus”, significa “tossina, veleno”. I virus sono entità biologiche molto diffuse sulla Terra: se ne contano più di 2000 specie; molte di esse sono semplicemente parte dell’ecosistema, altre sono in grado invece di nuocere all’animale e all’uomo, come il virus HIV.  Se non curato, l’HIV causa un indebolimento del sistema immunitario: questo rende l’organismo molto vulnerabile, al punto da esporlo a complicazioni importanti anche in conseguenza di un semplice raffreddore.

Che cos’è l’HIV: un retrovirus come il Covid

L’Hiv (Human immunodeficiency virus) è un virus che indebolisce in modo importante il nostro sistema immunitario, e rende così l’organismo vulnerabile all’attacco di altri virus e agenti patogeni vari, come batteri, funghi e tumori.

L’Hiv è un virus a RNA – come il Covid-19 per intenderci – cioè appartiene ad una particolare famiglia di virus, i retrovirus, che si moltiplicano in un modo specifico. Questa tipologia di virus, una volta contagiate le cellule dell’organismo, agisce per poter sintetizzare le proprie proteine al posto di quelle della cellula, e così riprodursi.

Nel caso specifico, le cellule che vengono attaccate dal virus dell’HIV sono particolari cellule del sistema immunitario, i linfociti T di tipo CD4, che hanno un ruolo essenziale nella risposta del nostro organismo ai diversi tipi di agenti patogeni e oncogeni. L’infezione da HIV, quindi, se non curata, va a provocare un graduale indebolimento del sistema immunitario (immunodepressione), esponendo l’organismo a contrarre altre infezioni.

I retrovirus hanno tassi di mutazione fino a 1000 volte più elevati rispetto agli altri tipi di virus (i virus a DNA), per cui è molto più difficile debellarli, sia per sistema immunitario, che per le terapie mediche. Difficile certo, infatti il percorso alla ricerca di una terapia è stato lungo, da quando, tra gli anni ’80 e ’90, l’opinione pubblica prese coscienza in modo drammatico dell’esistenza dell’epidemia e della sua pericolosità. Difficile ma non impossibile, come vedremo.

Che vuol dire essere sieropositivo?

La persona sieropositiva è una persona affetta dal virus Hiv, anche se non ha sviluppaato la malattia.

Nel 2019 in Italia sono state effettuate 2.531 nuove diagnosi di infezione da Hiv: circa 4 nuovi casi ogni 100.000 residenti (dati Ministero della Salute).

Tipi di Hiv: 1 e 2

Il virus dell’immunodeficienza umana è classificato in due tipologie principali: HIV-1 e HIV-2. Quando parliamo genericamente di Hiv, ci riferiamo di solito all’HIV-1, cioè alla forma più aggressiva e più diffusa a livello mondiale. L’HIV di tipo 2 è localizzato prevalentemente in Africa occidentale, da dove si è diffuso, e risulta essere un virus meno nocivo. Questo perché, pur essendo simili il modo in cui il virus si replica, le modalità di trasmissione e gli effetti clinici osservati, l’Hiv 2 sviluppa una malattia che progredisce più lentamente ed è meno contagiosa.

In sostanza, il sistema immunitario è in grado di reagire meglio all’infezione da HIV-2; questo aumenta i tassi di sopravvivenza e migliora la qualità della vita del paziente, che risulta essere meno dipendente dalla terapia medica antiretrovirale.

È possibile essere contagiati contemporaneamente sia dal virus HIV-1 che dall’HIV-2, ma non è un male.

A questo proposito, infatti, secondo una recente ricerca della Lund University (Svezia), pubblicata sul New England Journal of Medicine, contrarre entrambe le infezioni è addirittura meglio. Secondo lo studio, infatti, i pazienti affetti dal solo ceppo Hiv-1 sviluppano più velocemente l’Aids, e in forma più grave, rispetto a chi è positivo anche all’Hiv-2. Lo studio, che ha monitorato 223 soggetti sieropositivi per oltre 20 anni, ha evidenziato nel secondo caso un rallentamento dei tempi di progressione della malattia anche del 50%, con il presentarsi dei sintomi più gravi dell’AIDS molto più in là, rispetto ai positivi al solo ceppo HIV-1. I virologi hanno sottolineato l’importanza di questa scoperta, in quanto riuscire a capire quali sono processi che portano a questo rallentamento dello sviluppo della malattia potrebbe permettere di trovare strumenti per rallentare l’attacco della sindrome anche negli altri pazienti.

L’Hiv come si trasmette?

È facile prendere l’Hiv? Anche oggi, e non solo nei contesti di disagio, restano confusione e falsi miti, in quanto la sparizione del tema dall’agenda pubblica non sta aiutando a diffondere conoscenza, e quindi a incentivare comportamenti corretti, in particolare nei più giovani..

In molti, nei primi anni di diffusione della malattia, erano convinti che bastasse un bacio per contrarre l’infezione. Naturalmente non è così, ma è bene fare chiarezza su quali sono le modalità effettive del contagio, considerando anche quali, tra queste, grazie al progresso della medicina e ai mutamenti sociali, sono oggi diventate situazioni improbabili.

Le modalità di trasmissione del virus HIV sono essenzialmente 3:

  1. Per via sessuale
  2. Per via ematica
  3. Per via perinatale.

1.Hiv trasmissione per via sessuale, la più diffusa

L’HIV è una delle infezioni sessualmente trasmissibili, cioè il contagio può avvenire durante un rapporto sessuale non protetto con una persona positiva, oppure attraverso il contatto di fluidi corporei che contengono il virus (come sperma, liquido vaginale e secrezione pre-eiaculatoria) con ferite aperte o lesioni delle mucose (anche non visibili). Si tratta della modalità più diffusa di trasmissione del virus, per cui resta molto importante proteggerti durante i rapporti sessuali, specialmente se non conosci bene l’altra persona.

Che cosa si intende per rapporto non protetto?

Un rapporto non protetto, quindi a rischio contagio, è un rapporto sessuale in cui non venga usato uno strumento barriera (condom, femidom, dental dam) o un altro strumento di prevenzione come la PrEP.

Altre pratiche contraccettive come la pillola anticoncezionale, la spirale e il coito interrotto non ci proteggono, quindi, né dall’Hiv, né dalle altre malattie sessualmente trasmissibili.

Che dire invece di Hiv e sesso orale? È sicuramente meno rischioso di un rapporto completo, ma anche in questo caso è necessaria una protezione.

Che cos’è la PrEP?

La PrEP è una forma di profilassi “pre-esposizione”, che consiste nell’assumere farmaci anti-HIV anche senza avere il virus. Questa terapia preventiva riduce sensibilmente il rischio di diventare sieropositivi, ma ovviamente non è consigliata a tutti e ne va valutata l’opportunità con il medico: potrebbe esserti utile se sai di assumere comportamenti a rischio, come cambiare spesso il partner o fare uso di droghe, oppure se non conosci bene la persona con cui stai, e non sai se è lei a farlo. O anche se il tuo partner è sieropositivo e la terapia contro l’Hiv che sta facendo non riesce a contrastare bene l’infezione (se ad esempio non è assunta regolarmente, oppure se la assume da poco).

È opportuno consultare immediatamente un medico o andare al Pronto Soccorso per valutarne l’opportunità anche in casi di situazioni a rischio accidentali, (come la rottura del preservativo o un ferimento).

2.Hiv trasmissione attraverso il sangue

L’HIV si può trasmettere per via ematica, cioè attraverso il contatto del sangue infetto con ferite e lesioni oppure condividendo oggetti, come siringhe, usati per il consumo di sostanze stupefacenti e psicoattive. Questo determina la diffusione dell’HIV tra i tossicodipendenti, così come le forme di epatite B e C, che si contagiano con le stesse modalità.

Vi è la possibilità di infezione anche attraverso trasfusioni di sangue infetto, ma nel mondo occidentale la sicurezza dei sistemi sanitari ha praticamente annullato questo genere di rischio. Non così, ovviamente, in altre zone del mondo.

3.Hiv contagio perinatale, da madre a figlio

C’è, infine, una modalità di trasmissione meno frequente ma comunque possibile: quella perinatale o verticale, cioè da madre a figlio. La trasmissione del virus avviene prevalentemente durante la gravidanza oppure al momento del parto, meno rischioso l’allattamento.

Anche in questo caso, oggi la terapia antiretrovirale può abbassare di molto il rischio di contagio, se somministrata alla madre durante la gravidanza e al bambino nelle prime 4/6 settimane di vita. Per questo, se sei incinta e temi di aver contratto l’HIV, è molto importante che tu faccia subito il test per poter iniziare subito, in caso di positività, la terapia farmacologica.

Come NON si trasmette l’Hiv?

Il virus Hiv non può essere trasmesso tramite:

  • Baci, carezze, abbracci
  • Oggetti quali stoviglie e asciugamani.
  • Condivisione di spazi, quali bagni, palestre, piscine.
  • Punture di zanzara.

Fernando Aiuti, conosciuto come l'"Immunologo del bacio" sfata alcuni falsi miti sull'Hiv.

Hiv primi sintomi

L’Hiv dopo quanto si manifesta? L’infezione ha un periodo di incubazione, una fase acuta e una fase latente: la prima è asintomatica, ma anche le altre due possono esserlo. In alcuni casi la fase acuta, che generalmente insorge tra i 4 giorni e le 4 settimane dopo il contagio, si presenta con sintomi molto simili a quelli di una normale influenza, come febbre, stanchezza, rigonfiamento dei linfonodi, mal di gola, eruzioni cutanee. Sintomi molto comuni, quindi, che difficilmente, se non si fa il test, possono essere ricondotti all’Hiv.

La fase di latenza, successiva alla fase acuta, ha la durata di diversi anni, fino a 10: si tratta del periodo in cui, se non si assume la terapia, si può contagiare il virus.

 

Hiv cure: la contagiosità si può azzerare (o quasi)

Locandina Giornata contro l'AIDS 2020

La possibilità di contagiare dipende molto dal livello di rischio dei comportamenti assunti e dalla carica virale presente nel sangue (o nel materiale biologico genitale, nel primo caso). Tuttavia, si può oggi affermare con certezza che non è costante: è massima solo nelle prime settimane dopo l’infezione e tende a diminuire fino quasi ad azzerarsi se il paziente sieropositivo assume correttamente la terapia antiretrovirale, cioè dei farmaci che riescono a mantenere la carica virale (cioè la quantità di virus presente nel sangue) a livelli definiti “non misurabili”da almeno 6 mesi.

In questo caso si parla di:

Hiv U=U

Undetectable = Untrasmittable

(Non rilevabile = Non trasmissibile).

 

Hiv test: bisogna farlo?

La medicina attualmente afferma che il vero problema, dal punto di vista epidemiologico, non sono dunque le persone sieropositive in trattamento antiretrovirale, poichè queste, se seguono correttamente la posologia dei farmaci, non sono più contagiose.

Il problema sono quelli che hanno il virus, ma non lo sanno: rischiano, perchè l’Hiv può uccidere eccome, se non viene curato; ed espongono allo stesso rischio gli altri, perchè non sanno di poter contagiare.

Ecco perchè, se pensi di aver assunto dei comportamenti a rischio, dovresti fare il test.

 

Aiuto Hiv: a chi rivolgersi?

numero verde contro AIDS

Se hai bisogno di informazioni più precise, puoi rivolgerti al:

Telefono Verde Malattie Rare 800 861 061

un servizio nazionale di counselling telefonico, anonimo e gratuito, predisposto dal Ministero della Salute all’interno del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di Sanità. I colloqui telefonici sono possibili in italiano e in inglese dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 18. È possibile anche parlare con esperti sul tema in ambito legale.

Se vuoi conoscere il centro in cui effettuare il test a te più vicino, puoi inoltre consultare il sito Uniti contro l’AIDS, che opera sempre nell’ambito delle attività a sostegno di prevenzione e cura dell’AIDS predisposte dall’Istituto Superiore di Sanità.

https://www.uniticontrolaids.it/aids-ist/test/dove.aspx

Hiv informazioni per le persone sorde

Se sei una persona sorda e hai bisogno di informazioni in merito all’Hiv, esiste un servizio a te dedicato. Puoi scrivere all’email:

tvalis@iss.it

 

Essere sieropositivo oggi: non quanto, ma come si vive con l’AIDS?

 

 

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