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Il 28 ottobre è stata presentata l’edizione 2020 del Dossier Statistico Immigrazione: a causa dell’emergenza Covid, quest’anno l’evento, che ha celebrato i suoi 30 anni, si è svolto in videoconferenza e ha dato l’opportunità a tutti i partecipanti “virtuali” di scaricare in tempo reale una copia del Dossier Immigrazione.
In questo video gli aspetti salienti del fenomeno migratorio in Italia secondo gli ultimi dati:
Indice dell'articolo
Gli interventi alla presentazione del Rapporto Immigrazione 2020
Il Dossier Statistico Immigrazione, tra i testi annuali di riferimento imprescindibili per gli studiosi di migrazioni in Italia, giunge quest’anno alla sua trentesima edizione.
La presentazione nazionale del Dossier Statistico si è svolta il 28 ottobre 2020 dalle 10-30 alle 13, in videoconferenza su sito e pagina facebook del Centro Studi e Ricerche IDOS.
Come ogni anno, la presentazione del rapporto immigrazione è stata occasione per studiosi e rappresentanti delle istituzioni per confrontarsi sulle evidenze emerse dal Dossier e sugli ultimi dati che descrivono il fenomeno migratorio in Italia.
La presentazione della sintesi rapporto immigrazione è stata affidata a Luca di Sciullo, Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS; sono intervenuti inoltre Claudio Paravati, Direttore Centro Studi Confronti, e Ginevra de Maio (IDOS), insieme al sociologo Marco Omizzolo e ad esponenti della chiesa cattolica e valdese (che in parte finazia lo studio), scrittori e giornalisti esperti del tema.
Assente, anche se invitata, la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.
L’immaginario dell’immigrazione e la pandemia
L’immaginario dell’immigrazione italiana riflesso dagli ultimi dati statistici è ben rappresentato, come spiega Luca di Sciullo nel suo approfondito intervento, dall’immagine di copertina del Dossier: uno schermo piatto, dove personaggi schiacciati, di cui poco interessa individuare le diverse dimensioni, possono facilmente essere incasellati, e , all’occorrenza, sono anche
“pronti a essere messi fuorigioco, con un semplice click”.
L’immigrazione, dopo l’avvento della pandemia , è fondamentalmente sparita dall’agenda politica italiana (e non solo), ad eccezione dei momenti in cui torna utile al richiamo ormai costante al concetto di distanziamento sociale (o, detto in una forma più politicamente corretta, distanziamento interpersonale).
Mai momento storico, infatti, fu più favorevole dello scenario pandemico per poter affermare che
“Gli stranieri è meglio tenerli a distanza.”
I migranti, dunque, se possibile ancora più di prima – denuncia il direttore di IDOS – continuano ad essere oggetto di costruzioni immaginifiche che sono evidenti contraddizioni in termini: da un lato i fannulloni che bivaccano nei centri di accoglienza, ma dall’altro i rapaci avvoltoi che rubano il lavoro agli italiani. Maschi, forti e palestrati, che però nello stesso tempo ci portano le malattie, compreso naturalmente il Covid.
Basti ricordare “la caccia all’untore cinese” scatenatasi all’inizio della cosiddetta prima ondata di contagi, quando ancora si parlava di epidemia, invece che di pandemia.
Le minoranze ritornano nei ghetti
Il Rapporto 2020 sottolinea come il distanziamento sociale nei confronti del migrante stia andando a riflettersi in modo sempre più profondo in una forma di segregazione urbanistica, che, ostacolando il processo di integrazione che in alcuni casi si era avviato con l’acquisto della casa in quartieri residenziali, sta ora risucchiando nuovamente gli stranieri nelle periferie. Nei ghetti, nei mondi a parte dove si può fare a meno anche solo di vederli.
Si ampliano dunque i confini-discarica in cui relegare le minoranze e da cui tenersi bene a distanza. Gli studiosi del Centro Studi e Ricerche Idos e della rivista Confronti sottolineano, in conclusione , che l’obiettivo di studi come il Dossier Statistico Immigrazione, e della ricerca sociale in generale, è proprio, quello, al contrario, di educare, o ri-educare le persone ad abitare i confini, e a non percepirli come luoghi pericolosi, infetti, da evitare, ma come spazi di confronto, ricchi e fecondi.
Inoltre, segnala il ricercatore di Eurispes Marco Omizzolo, sociologo, studi come il Dossier Immigrazione dovrebbero rappresentare uno strumento di riflessione e di approfondimento a cui la classe dirigente che si occupa delle politiche sociali non dovrebbe in nessun modo sfuggire, come era negli intenti di uno dei fondatori del Rapporto, don Luigi Di Liegro.
Don Luigi di Liegro, il prete delle minoranze
Come ha ricordato in questi giorni Franco Pittau, (presidente onorario del Centro studi e ricerche IDOS, che realizza lo studio in collaborazione con Confronti), la nascita, nel 1991, del primo Dossier Statistico sull’Immigrazione in Italia si deve a un’intuizione di don Luigi Di Liegro, sacerdote profondamente sensibile e attento alle tematiche del disagio sociale e dell’emarginazione delle minoranze nelle sue varie forme.
Sua la convinzione, rivoluzionaria a quei tempi, che le politiche sociali dovessero essere supportate dall’analisi dei dati . Sotto la direzione di Di Liegro nacquero la Caritas di Roma e vari centri impegnati, tra gli altri, nell’assistenza, anche psicologica, ai senzatetto, ai tossicodipendenti, alle persone con disagi mentali.
Dossier Immigrazione 2020 e cittadinanza: le G2 tradite
Idos ha recentemente diffuso dei grafici di sintesi che anticipano alcuni tra i dati principali del Rapporto 2020: ve ne mostriamo alcuni relativi ai nuovi cittadini italiani.
Durante la presentazione la scrittrice Igiaba Scego, ha sottolineato come la qustione della cittadinanza sia legata alla necessità di costruire una narrazione nuova dell’immigrazione italiana, con l’apporto di tutta la società civile: studiosi, politici, giornalisti, ma anche registi ed editori, che abbiano il coraggio di proporre testi sperimentali.
Testi in cui i migranti devono potersi raccontare in prima persona, e così le cosiddette G2, le seconde generazioni di immigrati, che sentono la mancanza del riconoscimento del diritto alla cittadinanza come un vero e proprio tradimento da parte dello stato italiano, uno sbarramento lacerante contro la possibilità di sentire liberamente la propria appartenenza.
La presentazione del Dossier regione per regione: il programma
Gli eventi nelle varie regioni italiane, a parte la presentazione nazionale, sono stai 19, anch’essi in videoconferenza:
Lombardia
Ore 10.00, pagine facebook di CISL Milano Metropoli Social – UIL Milano e Lombardia – CGIL Lombardia – Programma
Piemonte
Ore 10.30-13, sito e canale Youtube del Centro piemontese studi africani – Programma
Valle d’Aosta
Ore 18.00-19.30, sito del quotidiano Aosta Sera e pagina facebook di CSV Valle d’Aosta
Liguria
Ore 10.30, Zoom Meeting ID riunione: 284 596 8539 – Passcode: 558776 – Programma
Trentino
Ore 18.00, canale youtube OBC Transeuropa – Programma
Alto Adige
Ore 10.30, pagine facebook Provincia di Bolzano e Land Sued Tirol
Ore 14.30, Prenotazione necessaria per l’invio dell’invito sulla piattaforma Teams:
coordinamento-integrazione@provincia.bz.it; koordinierung-integration@provinz.bz.it – Programma
Veneto
Ore 10.30-13.00, Canale youtube e Pagina facebook di Cestim – Programma
Ore 15.00-17-00, Zoom Meeting – Programma
Friuli Venezia Giulia
Ore 10.30, canale youtube – Programma
Emilia-Romagna
Ore 11.00-13.00, pagina facebook di Africa e Mediterraneo – Programma
Toscana
Ore 10.30, pagina facebook e sito della Caritas di Pisa – Programma
Abruzzo
Ore 10.30, Zoom Meeting richiedere il link a segreterialaquila@csvabruzzo.it – Programma
Marche
Ore 10.30, Zoom Meeting ID riunione: 520 489 7375 – Passcode: 281020 – Programma
Molise
Ore 11.00, Zoom Meeting ID: 827 920 15961- Programma
Campania
Ore 10.30, pagina facebook Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” – Programma
Puglia
Ore 10.30, pagina facebook e youtube della Cgil Puglia – Programma
Basilicata
Ore 10.30, Zoom Meeting ID riunione: 837 645 3997 – Passcode: ixwbX2 – Programma
Calabria
Ore 12.30, Zoom Meeting ID riunione: 848 598 1841 – Passcode: 281020 – Programma
Sicilia
10,30-13,00, Zoom Meeting ID riunione: 623 942 5909 – Passcode: 240453 – Programma